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La scrittura come segno grafico che parla di noi

 

Il bisogno di esprimersi e di  affermare  se  stesso  attraverso  il  segno da sempre accompagna l’uomo,  sia attraverso  la storia dell’evoluzione - dai tempi  dei  primi  graffiti  delle  caverne - che  nel  corso  della  sua  storia personale. Fin da piccoli scarabocchiando sulla carta con i pastelli in mano esploriamo  lo  spazio  del  foglio  così come esploriamo il mondo intorno a noi,  gli  impulsi  si   tramutano   in   segni  che  lasciano  traccia  di  noi  ed esprimono  qualcosa  di  noi  stessi,  della  nostra   pur  giovane  vita.  Con l’esercizio  e  l’esperienza  lo   scarabocchio   diventa  un  disegno  ed  ecco arrivato il tempo  del  nostro  ingresso  in  società:  la  scuola. Il segno che libero si esprimeva nel foglio  viene  ora  costretto all’interno della regola: impariamo a scrivere. Ci  troviamo  così a ripercorre attraverso la nostra storia personale la  storia  dell’uomo  nel  suo  passaggio  dal  disegno  alla scrittura: con la  scrittura  potremo  comunicare  i nostri pensieri non più verbalmente, pensieri che  non voleranno via nel  vento ma resteranno lì, espressi, nero su  bianco, “scripta manent”. Certo  il fine  della scrittura è quello di comunicare un messaggio, ma  in  quanto  segno  grafico, al  di là del contenuto, manterrà sempre quel valore espressivo  che lo accomuna al disegno. E questo segno continuerà a parlare di noi.

Scrivere per noi è un atto automatico ma non lo è stato un tempo quando sui banchi di scuola abbiamo cominciato a tracciare le nostre prime lettere, quando il gesto libero è stato costretto dallo sforzo compiuto nell’apprendimento del modello scolastico. Eppure dietro quello sforzo c’eravamo sempre noi, certo imbrigliati dalle regole, ma sempre noi, con il nostro modo di affrontare la vita, con le nostre predisposizioni, il nostro carattere. Con gli anni abbiamo acquisito sicurezza nel modello insegnatoci e abbiamo personalizzato la nostra scrittura, che è diventata nostra a tutti gli effetti, unica tra milioni di scritture, come noi. Siamo cresciuti e la scrittura ha registrato tutto: le nostre scelte, i nostri dolori, le nostre gioie, tutte le nostre esperienze.

La scrittura parla di noi, appunto, e diventa per questo, da un lato, un modo per comunicare qualcosa di noi agli altri quando consapevolmente scegliamo di scrivere in un certo modo così come faremmo per la scelta di un vestito e, dall’altro, può diventare anche uno strumento di conoscenza di noi stessi perché è in grado di registrare qualsiasi moto dell’animo che sfugge alla nostra coscienza.

M.R., "Noi tutti noi" anno1 n° 2 

 
 
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